Siracusa
Forse non è solo un mito: ogni creatura sembra destinata a raggiungere la Pentapolis e innamorarsene. Aretusa si trasforma in sorgente per trovare riposo a Ortigia, attirando irresistibilmente Alfeo e il mondo greco in quest’isola incantata. Poeti come Von Platen e Guy de Maupassant ne rimasero affascinati, rapiti dall’ultimo tramonto e dalla quiete di una notte senza fine. Caravaggio, fuggiasco dal carcere di Malta, ritrasse Siracusa nel Seppellimento di Santa Lucia, con la luce spettrale delle catacombe e le austere pareti delle Latomie.
Scopriamo insieme il tempio di Atena, dove colonne greche e altari bizantini si fondono in un elegante scrigno barocco; o il teatro greco della Neapolis, scavato nella roccia viva, testimone della gloria dell’antica città-stato. Visitiamo anche l’orecchio di Dionisio e le latomie, antiche cave di pietra testimoni della crudeltà delle carceri greche. E infine, il Castello Maniace, voluto dall’imperatore Federico II, che tentò di conquistare Siracusa donandole il suo Palatium.
Tra le leggi di Archimede e le tragedie di Eschilo, tra il rigore dei palazzi gotico-catalani e la grazia del barocco, apparirà Santa Lucia, protettrice della luce e della vista. Ma anche Siracusa splende di luce propria.
Palazzolo Acreide
Fondata nel 664-663 a.C., Akrai custodisce ancora oggi, nel parco archeologico, tracce del suo passato greco, vissuto quasi servilmente all’ombra della Colonia Madre di Siracusa, di cui riprodusse lo stesso teatro e le latomie. Distrutta dagli Arabi nel 827, Akrai abbandonò il colle di Acremonte per risorgere a valle, protetta dalle mura e dalle torri di un castello normanno ancora visibile. Un viaggio alla scoperta di Palazzolo Acreide per cogliere l’anima indomita della città, che si manifesta nell’antica rivalità tra le chiese UNESCO di San Paolo e San Sebastiano i cui fedeli si sfidano tra sacro e profano, dando vita, attraverso processioni e “nzareddi”, a una guerra tra santi anch’essa barocca nella sua teatrale ostentazione di forza e superiorità.
Cava Ispica
“Eden di sassi e di sole dove immemori voci, percorrendo i viali, narrano di lutti e di speranze, nelle necropoli dell’Età del Bronzo di Baravitalla e nelle catacombe della Larderia. Cava Ispica racconta una visione ciclica della vita, fatta di stenti e di rassegnazione, in cui solo il grembo della Dea Madre Natura rappresentava un sicuro rifugio contro ogni minaccia. La visita al Ginnasio greco e alle chiese rupestri della Grotta dei Santi, di San Nicola e di Santa Maria avrà come protagonista la pietra calcarea, cocente sotto i raggi solari e testimone atavico della storia della città nella roccia, dove la Natura ancora adesso protegge i suoi tesori di pietra.”
Kamarina
Questa è la storia di Kamarina, la ninfa alata che, audace e impavida, vegliava sulla palude della sua omonima colonia. Modellata ad arte nel suo fango dalla colonia madre di Siracusa nel 598 a.C., finì per soccombere alla Pentapolis, che la punì per la sua tracotanza. Riemersa dagli Inferi, cadde sotto i geloi e poi sotto i Cartaginesi, ma risorse sempre, più ribelle e tenace che mai. Oggi, Kamarina conserva l’eredità della luce greca nel suo museo, dove gelosamente custodisce anfore e crateri. Il tempio di Atena, incastonato fra le mura di una fattoria ottocentesca, si erge vicino all’agorà, dove, al calar del sole, si ode ancora il vocio della sua gente.
La grande colonia nasconde, nel suo parco, le necropoli arcaiche e classiche di Rifriscolaro e Passo Marinaro. Ti racconterò la storia della grande colonia greca: un regalo inatteso di urbanità e saggezza temperata. E scoprirai che quel suo silenzio, la ritrosia a svelarsi, è solo pudore, solitudine, malinconia…